top of page

Guida alla granola: alimento gustoso ed energizzante

Ideale per la colazione, la granola è un cibo semplice ma molto nutriente, ricco di benefici per la salute.

Guida alla granola: alimento gustoso ed energizzante
Che cos'e' la granola e qual'e' la sua origine

Che cos'e' la granola e qual'e' la sua origine

Inventata nel 1878 da John Harvey Kellogg, che ideò anche i cornflakes, la granola altro non è che un mix di fiocchi di avena, miele e frutta secca, generalmente mangiata a colazione con yogurt o latte freddo (ma da consumare anche come snack) e ideale per l’alimentazione di adulti e bambini.

Estremamente energizzante senza appesantire l’organismo, la granola è un alimento semplice ma molto nutriente, ampiamente consumato in Australia e nei paesi anglosassoni ma che negli ultimi anni si sta rapidamente diffondendo anche in Italia, dove è sempre più apprezzata per la sua genuinità e per il suo gusto gradevole.

La granola non va confusa né con la granula, alimento fatto di granella di frumento integrale inventato nel 1863 da James Caleb Jackson, né con i muesli, una miscela di cereali, semi e frutta secca non tostati e non zuccherati, tipici della Svizzera tedesca.

 

Facilmente reperibile in commercio, la granola può essere fatta anche in casa visto che la sua preparazione è davvero molto semplice.

Partendo dalla granula, ovvero da un alimento a base di farina di frumento integrale graham, inventato qualche anno prima da James Caleb Jackson, Kellogg sviluppò questo nuovo alimento, la granola, sostituendo la farina graham con l’avena e sottoponendo il tutto a un processo di ricottura dei fiocchi.

Il risultato fu un prodotto molto ricco di fibre, carboidrati, proteine e sali minerali con un buon equilibrio di grassi e zuccheri, un cibo semplice ma dal grande potere nutriente che ben si prestava a essere consumato al mattino poiché capace di apportare un pieno di energia.

Dalla sua origine, la granola si diffuse rapidamente sulle tavole di tutto il mondo, specialmente nei paesi anglosassoni, e dopo un periodo di disuso conobbe nuova fama verso la fine degli anni Sessanta, quando la ricetta originale venne rivisitata da Layton Gentry (conosciuto con il nome di Johnny Granola Seed) che propose una nuova tipologia di granola, ovvero una miscela di avena, germe di grano e semi di sesamo.

La granola si consuma principalmente accompagnata da alimenti freddi (così da non perdere la sua croccantezza) come ad esempio il latte, sia vaccino che vegetale (come il latte di cocco o di mandorle), e lo yogurt e si abbina bene anche ai frutti freschi, come banane, mirtilli, kiwi e fragole, e alle spremute di arance, pompelmo e mandarini.

Granola: cosa contiene, come si usa e quando mangiarla

Anchor 1
Anchor 2

La granola condivide alcuni “aspetti” con altri alimenti per la prima colazione molto conosciuti, come il muesli e il porridge, ma tra questi tre prodotti vi sono in realtà delle differenze importanti.

Gli ingredienti fondamentali della granola, rigorosamente sottoposta a cottura in forno, sono infatti i medesimi del muesli, ovvero i cereali (fiocchi di avena), i semi e la frutta secca (noci, mandorle, nocciole, anacardi, noccioline, noci pecan) ma può anche prevedere l’aggiunta di frutta disidratata (mirtilli essiccati, cranberry, uvetta) mentre include sempre un collante, a scelta tra miele, olio, sciroppo d’acero o zucchero.

Nella granola quindi i diversi ingredienti, la cui composizione può essere mista, sono mescolati tra loro e tenuti insieme da uno dei differenti collanti citati mentre per quanto concerne l’aspetto, questo alimento può presentarsi sia sotto forma di scaglie che di fiocchi.

Come detto, la granola si consuma prevalentemente a colazione, accompagnata da alimenti freschi come il latte vaccino o vegetale (latte di cocco, di soia, di mandorle, di riso) e lo yogurt ma è perfetta da abbinare anche a frutta fresca di stagione, specialmente a banane, kiwi, fragole e mirtilli, o a bevande come le spremute di agrumi o il tè matcha.

I più golosi possono abbinare la granola a pezzi di cioccolato fondente mentre per chi predilige una prima colazione molto nutriente allora è possibile utilizzarla come ingrediente per preparare la famosa crema Budwig (o colazione kousmine), un pasto completo ed energizzante.

Oltre che al mattino, la granola è perfetta anche come merenda pomeridiana; in questo caso si consiglia di consumarla soprattutto sotto forma di barrette energetiche ai cereali.

Che differenza c'e' tra granola e muesli

Anchor 3

La granola e il muesli sono spesso confusi e questo perché condividono alcune caratteristiche, sebbene si tratti di due alimenti diversi tanto per gusto quanto per metodo di preparazione.

Da un lato, infatti, sia la granola che il muesli hanno come ingredienti principali i fiocchi d’avena, i semi e la frutta secca ma, dall’altro lato, il muesli viene consumato al naturale mentre la granola è sottoposta a cottura al forno (un passaggio che le conferisce un sapore più intenso e un’ottima croccantezza) e arricchita con un addensante quale miele, sciroppo d’acero, olio e zucchero.

Oltre a ciò, il muesli può essere abbinato ad alimenti sia freddi che caldi mentre la granola si accompagna esclusivamente a cibi freddi, così da non comprometterne l’aspetto croccante, e può essere servita anche con frutta fresca di stagione o con bevande a base di agrumi.

Dal punto di vista nutrizionale, muesli e granola sono simili, sebbene quest’ultima ha una quota maggiore sia di carboidrati che di zuccheri.

Granola: a cosa serve e a cosa fa bene

Anchor 4
Granola: a cosa serve e a cosa fa bene

La granola è un alimento che può apportare molti benefici alla salute, mostrandosi particolarmente utile nei periodi di stress o di forte affaticamento.

Tra le prime, importanti proprietà della granola vi è la sua capacità di fornire molta energia, caratteristica fondamentale per combattere la stanchezza fisica e mentale, per contrastare disturbi come l’affaticamento cronico e la fibromialgia e per incrementare le difese immunitarie.

Essendo molto ricca di fibre, la granola contribuisce anche alla salute dell’intestino e ne supporta il corretto funzionamento, prevenendo fastidi come la stitichezza, mentre la buona dose di amminoacidi ha effetti positivi sul fegato, che viene protetto dalle conseguenze di una dieta non equilibrata.

Nella granola, poi, o meglio nell’avena, abbondano sali minerali, soprattutto lo iodio, fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide e per la prevenzione di malattie come l’ipertiroidismo, del quale è anche in grado di attenuare alcuni sintomi quali l’aumento di peso, la stanchezza e la perdita dei capelli.

Oltre allo iodio, nella granola sono presenti in buone dosi anche il calcio, alleato del benessere di denti e ossa, e alcuni tipi di vitamine, fondamentali per la salute di pelle, capelli e unghie e per combattere problemi, come eczemi o diradamento dei capelli, spesso causati da un deficit nutrizionale.

Tra gli altri benefici della granola bisogna poi citare la sua capacità di abbassare la pressione sanguina e il colesterolo, di mantenere in salute il cuore, di offrire un supporto in caso di stati di ansia o di stress e di fortificare le ossa.

Non va, infine, dimenticato che la granola è un alimento naturalmente privo di glutine e può pertanto essere consumato anche dai celiaci o dalle persone affette da intolleranza; in questi casi, però prima di consumare il prodotto (se si tratta di granola confezionata e non di granola fatta in casa), è sempre bene verificare che vi sia la dicitura “senza glutine”, così da escludere possibili contaminazioni.

Granola: quanto dura e quanta mangiarne

Anchor 5
Granola: quanto dura e quanta mangiarne

La granola fatta in casa può essere conservata per circa due settimane, a patto che sia riposta in contenitori ermetici ben chiusi e tenuta in un luogo fresco e asciutto.

Per quanto concerne le dosi, si suggerisce di consumare tra i 30 e i 40 grammi di granola al giorno, a scelta tra colazione o spuntino, e considerando che un cucchiaio di granola pesa in media 11 grammi, ne bastano circa 3 o 4 al giorno.

Come tutti gli altri alimenti, anche la granola va mangiata solo nelle dosi giornaliere consigliate e sempre inserita in una dieta varia, sana ed equilibrata. 

Granola: dove si compra e quale acquistare

Ancora 6

La granola è oggi facilmente reperibile sia nei supermercati ben forniti e nei negozi di alimenti biologici sia online.

Tra i migliori prodotti attualmente disponibili in commercio bisogna segnalare:

 

  • la granola Kellogg (disponibile al costo di 2,99 Euro per una confezione da 300 gr.) un mix di cereali (orzo integrale, avena integrale, segale integrale) con cocco, anacardi e mandorle, vegano, ad elevato contenuto di fibre, senza zuccheri aggiunti e privo di olio di palma.

  • la granola proteica S. Martino Biosun (venduta al prezzo di 4,99 Euro per una confezione da 250 gr.), biologica, ad elevato contenuto di proteine e di fibre, priva di glutine e realizzata con fiocchi di avena integrali e biologici 46%, uvetta bio 10%, datteri bio, semi di girasole bio, olio di cocco vergine bio, cacao magro bio 7%, proteine di riso integrale bio 6% e zucchero di cocco bio

dove si compra la granola
  • A cosa fa bene mangiare l’avocado?
    Ricco di grassi monoinsaturi e di Omega-9, l’avocado combatte il colesterolo cattivo nel sangue e contrasta i radicali liberi, contribuendo a rallentare il processo di invecchiamento cellulare. Grazie al buon apporto di fibre alimentare, mangiare avocado aiuta a favorire la digestione e a depurare l’organismo mentre i buoni livelli di vitamine e di sali minerali mantengono in salute sia le ossa che i muscoli. Oltre ad essere energetico e nutriente, quindi in grado di sostenere il sistema immunitario, l’avocado è anche un frutto molto saziante, poiché capace di regolare i livelli di zuccheri nel sangue.
  • In che modo mangiare un avocado?
    L’avocado, del quale si consuma soltanto la polpa, si mangia prevalentemente crudo poiché le cotture ne alternano il sapore, rendendolo un po’ amaro, e ne deteriorano le proprietà nutritive, specialmente gli acidi grassi. L’avocado può essere consumato in ogni momento della giornata; a colazione è perfetto servito con un toast, a pranzo può essere mangiato a tocchetti in un’insalata, mentre a cena è ottimo come accompagnamento a un secondo di pesce. Avocado da mangiare ma anche da bere, visto che la sua polpa può essere frullata per preparare salutari smoothie e centrifugati.
  • Cosa mangiare assieme all’avocado?
    Buono “da solo”, l’avocado è ottimo anche abbinato ad altri ingredienti, specialmente a cibi acidi come ad esempio il succo di limone e lo yogurt. Altra accoppiata vincente è quella con pesci grassi, soprattutto salmone e tonno, mentre nelle insalate lo si può servire con lattuga, patate o carote bollite. Perfetto nelle ricette salate, l’avocado può essere utilizzato anche per la preparazione di dolci e in questo caso l’accostamento perfetto è con il cioccolato. I condimenti migliori per l’avocado sono il sale, il succo di limone e la salsa di soia mentre tra le spezie abbiamo il cumino e la noce moscata.
  • Chi non può mangiare avocado?
    Le persone che soffrono di allergie al lattice e ad altri alimenti come le pesche, le banane, i pomodori, i kiwi, i meloni, le castagne o le patate dovrebbero evitare di consumare l’avocado a causa di possibili reazioni allergiche. L’avocado, molto ricco di carboidrati a catena corta, è inoltre sconsigliato a tutti coloro che soffrono di problemi digestivi, poiché potrebbe causare una serie di disturbi come crampi allo stomaco, gonfiore addominale, costipazione o diarrea.
  • Come capire se si è allergici all’avocado?
    L’allergia all’avocado è facilmente riconoscibile e si manifesta con sintomi chiari come irritazione e prurito a gola e bocca e gonfiore della lingua. Oltre che con questi sintomi specifici della bocca e del cavo orale, si può capire se si è allergici all’avocado se, dopo averlo mangiato, si avvertono sintomi generici quali nausea, vomito, crampi, diarrea, irritazioni cutanee, prurito e sensazione di intorpidimento mentre, nei casi più gravi, l’allergia può anche manifestarsi con difficoltà respiratorie e costrizione delle vie aeree.
  • Chi soffre di colon irritabile può mangiare l’avocado?
    Le persone affette da sindrome di colon irritabile dovrebbero limitare o contenere il consumo di avocado perché questo frutto è molto ricco di fibre altamente fermentabili che, se assunte in eccesso, potrebbero causare un’ostruzione dell’intestino e favorire disturbi come gonfiore e diarrea. In base alle caratteristiche della persona, quindi, l’assunzione di avocado, al pari di quella di altri frutti come le mele, le albicocche, le pesche, i datteri e i fichi, dovrebbe essere contenuta o del tutto evitata al fine di non aggravare la patologia.
  • Cosa succede se si mangia avocado tutti i giorni?
    Mangiare mezzo avocado al giorno è considerata un’ottima abitudine per il benessere e la salute poiché questo frutto apporta numerosi benefici al corpo. Grazie ai grassi buoni in esso contenuti, l’avocado stimola il metabolismo e offre un supporto alla perdita di peso mentre le sue fibre contribuiscono al senso di sazietà e mantengono l’intestino attivo. Non solo, l’avocado contribuisce all’assorbimento delle vitamine (A, E, K) e, grazie alle sue proprietà antiossidanti, protegge le cellule dall’invecchiamento e contribuisce a mantenere la pelle compatta, uniforme e luminosa.
  • Quante volte alla settimana si può mangiare avocado?
    L’avocado può essere consumato anche tutti i giorni, sebbene la porzione consigliata è di mezzo frutto, ovvero di circa 100 grammi per un totale di 160 calorie. Si suggerisce di assumerne mezza porzione al giorno perché l’avocado è un frutto molto calorico, ragione per cui è consigliato anche di mangiarlo lontano dai pasti principali, ovvero come merenda o spuntino, o di consumarlo a pranzo o a cena come sostituto di un secondo piatto. Le persone che seguono una dieta ipocalorica, invece, dovrebbero limitare il consumo di avocado a circa un cucchiaio al giorno.
  • Cosa succede se mangio avocado andato a male?
    Può capitare di mangiare un avocado troppo maturo o addirittura andato a male e se ciò si verifica, non si hanno, nella maggior parte dei casi, particolari conseguenze, a parte il sapore amaro e sgradevole in bocca per qualche minuto. Tuttavia alcune persone possono manifestare delle reazioni più importanti dopo aver mangiato un avocado andato a male come ad esempio nausea, vomito o una reazione allergica, quest’ultima causata dalla presenza di muffe sul frutto.
bottom of page